A tammurriata n’ Cassazione

07.08.2013 22:55

Uè guagliò, agg fatt 'na sentenza che è nu’ babbà.

Agg itt a’ u curto co diavule ncuorpo: quattr’anni adda fa’! Adda pavà !

Chissà se saremo mai un paese normale.

Con la bella pensata di rilasciare, a pochi giorni dalla sentenza, un’intervista al “Mattino” in vernacolo napoletano, il giudice Antonio Esposito ha introdotto in Italia il quarto grado di giudizio.

Ha fatto un favore a Giorgio Napolitano, in evidente imbarazzo e costretto dal pressing del Pdl addirittura a dichiarare di essere nella “fase di riflessione”.

Non si sa bene su che cosa, visto che dovrebbe sapere che le sentenze definitive vanno eseguite e non esiste, nel nostro ordinamento, una procedura (o qualcosa di simile) che possa permettere di ignorare una sentenza passata in giudicato ad agio di un fantomatico ripristino di una immaginaria “agibilità politica”.

Questo, ovviamente, a meno che non faccia ricorso all'istituto della "grazia", ma questa è un'altra cosa e qualche impaccio anche istituzionale, se solo fosse proferito il termine, lo creerebbe.

Ma c’ha pensato “'o Zappatore” a toglierlo dai guai, mettendo in mano al centrodestra l’arma letale per disinnescare anche questa bomba da sotto il culo del condannato e quindi per delegittimare la sentenza.

Oggi in Senato l’onorevole Alessandra Mussolini ha preso la parola sull’ordine dei lavori ed ha letto - ovviamente in napoletano, sbeffeggiando una pronuncia della Suprema Corte - il testo dell’intervista  già pubblicata audio nel sito del giornale.

Poche chiacchiere: ha fatto bene.

Se non si è in grado di contrapporre la serietà e l’equilibrio all’illegalità e all’opportunismo, è giusto che chi vuole utilizzi tutti i mezzi per raggiungere il suo scopo.

E, poi si sa, ogni scarrafone è bell’a mamma soia.

BAGABLOB