Il riciclatore

15.12.2013 15:20

Un primissimo pensiero mi faceva considerare che l’idea di mettere un perdente a fare il presidente del PD, fosse una cosa sbagliata a prescindere, su cui il partito, prima o poi, avrebbe pagato pegno.

Poi ho pensato che si potrebbe ritenere, invece, una mossa a suo modo vincente, fermo restando che utilizzare questo aggettivo con il partito di cui parliamo è quanto meno azzardato.

La scoperta di questo ulteriore retropensiero mi ha intristito perché ho anche capito che la scelta di Renzi va rubricata come la prima vera e propria paraculata del neosegretario, figlia legittima di dote sapientemente acquisita tra i banchi di Arcore in occasione del famoso incontro con il cavaliere (ma è ancora Cavaliere ?).

Il riciclatore (ex rottamatore) ha infatti berlusconianamente compreso che è cambiato l’elettore medio del PD o comunque è cambiata la testa di coloro che, con un piccolo aiutino, potrebbero tranquillamente optare per appoggiare il partito che si appresta a guidare.

E allora che fa il buon Matteo ?

Parla alla pancia delle persone, comprende che l’estemporaneo successo della sua scalata (chi se ne fotte se poi il partito non cambia veramente pelle) dipende dall’impulso quasi animalesco di coloro che anelano ad un partito “aperto”, ma così aperto dal prevedere anche che chi perde possa assumere un ruolo di garanzia.

Non voglio dire che amerei un partito personalistico, di uno solo o in mano ad una oligarchia (anche se – a voler pensare solo a vincere e basta - la tentazione sarebbe forte, visto l’andazzo degli ultimi venti anni).

Però resta la spiacevole sensazione che l’imbarcare tutti (esempio anche Filippo Taddei, uomo di Civati, nominato membro della segreteria come responsabile economico del partito), oltre che costituire una malcelata predisposizione ad una democrazia un po’ pelosa, possa sembrare quasi preordinarsi un alibi, parcellizzare le responsabilità, per poter avere, quando sarà, una via d’uscita e poter dire “non è dipeso solo da me”.

E’  una provocazione alla nascita di correnti, correntine e spifferi vari, che negli ultimi anni hanno eroso dalla fondamenta il partito che origina, andando indietro (forse, purtroppo, troppo indietro), da Togliatti e Berlinguer, gente che sotto il profilo della leadership sembra un pelino più credibile del giovanotto di oggi.

Quella di Renzi puzza di scelta commerciale di breve respiro, di spot ammaliante, di politica venduta come il fustino del “paghi due e prendi tre”.

Insomma, non è il nuovo che avanza.

Probabilmente non è neanche ciò che vogliono quelli che hanno votato Renzi, solo che - forse - non se ne sono ancora accorti.

E non è neanche politica moderna, apprestarsi a governare un partito multilevel, in cui è si giusto che ognuno possa dire la sua, ma salvaguardando tutto il resto, visto che è un po’ meno giusto mettere le chiavi della macchina in mano anche a chi vorrebbe andare a piedi.

Non mi convince e non so neanche se augurarmi di sbagliare.

Renzi dà l’idea di voler diradare la nebbia annunciando tempo bello, con la bacchetta ad indicare l'alta pressione, ma poi, con l'altra mano, lancia fumogeni che riportano la visibilità allo stesso livello di prima.

Sul finanziamento pubblico ai partiti, poi, le prime parole del neosegretario sono un’altra paraculata.

Renzi ha detto, rispondendo a Grillo: rinunciamo al finanziamento se tu voti una legge elettorale che rilanci il bipolarismo.

Da applauso, ma è ancora una risposta alla pancia della gente, soprattutto a quelli che vedono  Grillo come il fumo agli occhi, come il “neofascista”.

Qui però siamo in grado si smascherare la paraculata, prima ancora che il partito (ri)affondi e di rimandare la palla al di là della rete: caro Renzi nel 1993 un referendum sanciva che gli italiani non ne potevano più  di questa cosa del finanziamento. E non mi sembra che abbiamo sottoposto la questione a baratti di sorta con chicchessia.

Tu, magari, eri troppo preso a trovare la posa giusta per la foto con De Mita, però è così.

Peccato, la prima mossa è andata male.

E’ stata una (st)renziata.

BAGABLOB