Raddrizzamenti d’Italia
Sembra che l’imperativo ordine dell’ufficiale della capitaneria di porto di Livorno (“vada a bordo, cazzo !”) sia stato finalmente eseguito.
Il comandante Schettino, stamane prima ancora dell’alba, è salito sulla Concordia dalla “biscaggina di prua”, attenendosi così scrupolosamente alle disposizioni del capitano di fregata De Falco.
Recatosi nella sala comandi ha chiesto al suo secondo il motivo per il quale fosse tutto inzuppato e se fosse accaduto nulla di rilevante nel frattempo che lui “si stava facendo un mojito al ponte quattro”.
La Concordia si è raddrizzata e con lei, sembra, anche l’onore dell’Italia.
Se non fosse che in quel relitto ci sono ancora due anime in attesa che taccia per sempre il debordante frastuono di un mare killer, il primo pensiero andrebbe a questo eterno ossimoro che è il nostro Paese.
Alla tragica incapacità di un uomo, al crepuscolo di una vita vissuta probabilmente al di sopra delle proprie possibilità, già allora si contrappose l’ “eroe” De Falco, la cui veemenza fu santificata nell' audio della famosa telefonata che ha fatto il giro del mondo.
Oggi il reprobo è sempre lo stesso ma sono cambiati gli eroi: il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, gli ingegneri e i tecnici che si sono occupati del riassetto verticale del relitto, sono osannati in diretta satellitare e glorificati sull’altare di un termine volutamente non alla portata di tutti: parbuckling.
De Falco oggi ha dichiarato: "questa dimostrazione di capacità tecnica ed organizzativa che stiamo offrendo alla pubblica opinione mondiale, riscatta l'immagine di un'Italia approssimativa e cialtrona e mi inorgoglisce profondamente".
A chi si potesse riferire l’ufficiale quanto ad approssimazione e cialtroneria appare evidente, mentre mi risulta meno chiaro il motivo per cui quella sarebbe l’ ”immagine dell’Italia”.
Non che voglia difendere l’indole un po’ ciabattona che troppo spesso si riscontra dalle nostre parti, anzi la detesto e la combatto, per quanto posso.
Però non mi piacciono neanche gli eroi costruiti e un po’ fighetti che hanno bisogno delle luci della ribalta per raccontarci che stanno facendo il loro dovere (pagati da noi).
Continuo a pensarla retrò, ossia che l’eroe sia l’operaio che si sveglia alle cinque del mattino per andare in fabbrica.
Ovviamente senza che lo segua la diretta SKY.
BAGABLOB