Riflettere, non piangere

16.11.2015 02:28

L’intervista fatta ai genitori di Valeria Solesin, la ventottenne vittima della strage al teatro Bataclan, fa riflettere.

Nelle parole di quell’uomo e di quella donna la dignità e la compostezza prevalgono sulla disperazione e lo sconforto.

Non c’è odio, non c’è richiamo alle istituzioni.

Non accade spesso, ma non è solo questo.

Valeria stava svolgendo un dottorato di ricerca a Parigi sul ruolo delle donne nel mondo del lavoro e aveva già pubblicato alcuni saggi.

I suoi amici ne parlano come uno dei “cervelli in fuga” perché in Italia non trovava spazio.

La madre – che avrebbe avuto tutte le ragioni anche per ostentarlo uno strazio simile - chiede ai giornalisti di ricordare che sua figlia era “una cittadina ed una studiosa meravigliosa”.

Era volontaria di Emergency.

C’è da chiedersi ora cosa accadrà, quali gli scenari, quali le reazioni italiane.

C’è da augurarsi che il contegno di quei genitori – fatto di parole semplici ma pesanti come macigni – ispiri chi deve decidere.

E non solo sulla questione specifica del terrorismo, ma sul futuro e sulle prospettive da dare.

I migliori non meritano un Paese capace solo di versare lacrime effimere.

BAGABLOB

16.11.2015