Ventesima puntata: 11 febbraio 2013

Non habemus Papam: la profezia di Nanni Moretti. La Lega Amara, invece, il Papa ce l’ha

La data dell’ 11 febbraio è destinata a restare nella storia.

Ottantaquattro anni fa, l’ 11 febbraio 1929, i Patti Lateranensi sancivano l'indipendenza e la sovranità della Santa Sede e, con la fondazione dello Stato della Città del Vaticano, la Chiesa “modernizzava” il suo assetto finanziario e rinforzava le basi di un impero economico che, anni più tardi, partorirà anche il potentissimo IOR.

Non sapremo mai le vere motivazioni che hanno portato Ratzinger a compiere un passo così clamoroso, ma chissà se tra queste non vi sia proprio il “cosa” è la Chiesa oggi: accanto a lodevoli azioni in difesa e sostegno di indigenti ed emarginati, per le quali necessitano qualità pastorali indubbiamente riconoscibili a Benedetto XVI, sempre di più questa istituzione assomiglia ad una S.p.A. alla cui guida si richiede debba esservi un manager consacrato alla logica dello sviluppo del business, della ricerca del profitto, della motivazione dei collaboratori.

In quest’ultimo aspetto Ratzinger probabilmente difetta e non è escluso che qualcuno abbia trovato il modo di farglielo notare.

Accanto a questa motivazione ve ne potrebbe essere anche un’altra che sottolineerebbe il limite umano del Papa dimissionario: un senso di frustrazione che viene da lontano e la cui origine sarebbe quella di essere il successore di un Papa santo in vita e amato dal suo popolo in misura esagerata, forse troppo per chi doveva raccoglierne l’eredità.

A ciò si potrebbe aggiungere, chissà, l’imbarazzo non più sostenibile derivante da scandali come quello dei preti pedofili o comunque, in generale, l’incapacità di tenere su alcune posizioni della Chiesa inconciliabili con i nostri tempi e spesso con lo stesso vivere quotidiano anche di coloro che credono.

Tra i tantissimi commenti alla decisione di Ratzinger di lasciare vacante il soglio pontificio, uno colpisce in particolare ed è quello attribuito al segretario di Giovanni Paolo II, l’arcivescovo di Cracovia Stanislao Dziwisz il quale avrebbe commentato: “dalla croce non si scende".

Si tratta di un evidente riferimento a Wojtyla, restato al suo posto fino alla morte, nonostante il deteriorarsi drammatico delle sue condizioni di salute.

Quella attribuita al segretario del Papa morto nel 2005 è una frase poi smentita ma questo non toglie nulla ad una verosimile considerazione: sono parole dette o comunque pensate e condivise da molti all’interno della Chiesa e questo confermerebbe la fragilità di un uomo che non è riuscito, o non ha voluto, misurare i propri limiti con un metro diverso da quello usato da tutti i suoi simili.

Ed anche se Benedetto XVI ha accettato di essere il successore di Pietro per quasi otto anni, è una fragilità umana che ricorda lo straordinario Michel Piccoli che interpreta, nel film di Moretti “Habemus Papam”,  il cardinale Melville che con stupore e terrore vive il conclave in cui sarà eletto pontefice, carica dalla quale fuggirà subito.

Dal balcone su piazza San Pietro Melville sembra (con un anno e mezzo di anticipo) dettare le parole a Ratzinger:  "in questo momento la Chiesa ha bisogno di una guida che abbia la forza di portare grandi cambiamenti……… Purtroppo ho capito di non essere in grado di sostenere il ruolo che mi è stato affidato. Io sento di essere tra coloro che non possono condurre, ma devono essere condotti”

Ma nella stessa ostentata fragilità sta anche il coraggio e la forza di un comportamento inusuale: l’inadeguatezza confessata dall’uomo Joseph Ratzinger, coram populo, stride notevolmente con l’epoca che viviamo in cui appare impossibile che qualcuno possa rinunciare, ammettere di non farcela, lasciare poltrone, scranni e posti di potere.

Ma forse è (era) Papa proprio per questo e poi, se proprio dobbiamo guardare al mondo di chi non rinuncia a privilegi e poteri, dovremmo parlare della nostra classe dirigente laica e amministratrice della cosa pubblica.

Lasciamo stare: chapeau a Joseph e piccola (terrena) lezione ai nostri politici.

Una cosa che piace rilevare è anche la grande fantasia, ironia e genialità di cui solo noi siamo capaci: di fronte al logico sbigottimento che ha fatto seguito alla diffusione della notizia, le testate di tutto il mondo si sono lanciate in dotti approfondimenti dei precedenti, dei motivi, delle possibili conseguenze di questa scelta.

In Italia, unitamente a tutto questo, si è scatenato su web un tam tam umoristico senza eguali che è forse motivo di speranza: nonostante tutto siamo un popolo vivo, leggero, che dovrebbe sfruttare ancora di più e con intelligenza la sua geniale vena di brioso umorismo.

E questo senza cadere nel trash che troppo spesso, nel nostro paese, umilia soprattutto le donne, come purtroppo è accaduto ancora di recente.

Ce ne sono tanti di esempi di questa genialità.

Esilarante la vignetta di Nico Pillinini: parafrasando la famosa telefonata tra il comandante della capitaneria De Falco e il fuggiasco Schettino, la vignetta mostra uno stanco Joseph Ratzinger, appoggiato al suo pastorale, ascoltare una voce che dall’alto dei cieli gli intima: “Ratzinger, cazzo torni a bordo !”

Semplicemente divina !

Staremo a vedere cosa accadrà.

Per il momento registriamo, a Roma ed in particolare nelle zone limitrofe alla Città del Vaticano, aumenti di tariffe di alberghi, pensioni e bad and breakfast: la scelta di Ratzinger si è rilevata una vera manna per il settore.

In poco più di un mese due epocali avvenimenti: un Papa che lascia ed un Conclave.

E l’urna del Conclave potrebbe chiamare al balcone Peter Turkson, il cardinale del Ghana: sarebbe il primo papa nero e potrebbe assumere il nome di Pietro II.

Se i Maya hanno consentito alla nostra Lega di finire la fase di apertura dopo il fatidico 21/12/2012, auguriamoci che Nostradamus e Malachia ci consentano di terminare il campionato !

Non che si voglia cedere all’emozione di profezie più o meno inquietanti ma, a scanso di equivoci, si ritiene, da questo modesto pulpito, di segnalare agli eminenti cardinali che a breve svolgeranno il loro importante compito chiusi nella Cappella Sistina, quanto segue: oltre a Turkson è libero anche Zeman.

Per quanto ci riguarda l’occasione è ghiotta per mettere nella faretra delle parodie del Bagablog un’altra freccia, dopo quelle autorevoli di Barack Jamil e Jamil XVI (ottava e nona puntata del recente edito “il Bagablog di Bagablob – il giro di boa delle bagablobbate sulla Lega Amara 2012/2013”, Edizioni Cazzari Associati).

La fumata bianca ha acceso finalmente gli animi assopiti da ore di trepidante attesa, il balcone di casa del Prez sta per aprirsi a Roma ed al mondo intero.

Il fantallenatore protodiacono, cardinale Mattie della Serenissima Cometa, avanza solenne e, sporgendosi dalla loggia della Basilica Presidenziale, ostenta il CD del FCM pronunciando la formula di rito al termine della quale il mondo conoscerà il successore di Guido Fortunello decimo terzo.

Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam di Legam. Eminentissimum ac reverendissimum Dominum, Dominum Egix, Sanctae Romanae Legae, Fantallenatorem Gianduiottum, qui sibi nomen imposuit Mirtillo primi.

Segue il nuovo pontefice, Mirtillo I, preceduto dal regolamento della Lega Amara, che impartirà la benedizione Urbi et Retrocessi, così mostrando, fin dall’inizio del suo papato, una benevola predisposizione per i più poveri e derelitti (formula “in memoriam Shingotamarri et Spartans”).

Il cerimoniere, monsignor Mascalzon Camaldo, nega ulteriori esternazioni, in quanto non previste dalla tradizione: Mirtillo I così si ritira di gran carriera dalla loggia anche perché mancano pochi minuti per l’invio della formazione.

Ma di Papa ce ne è uno solo: il resto della Curia Amara è costituito da figure poste a livelli diversi, come in un bell’organigramma di una grande multinazionale.

Con il concistoro di Mirtillo I sono già stati nominati i cardinali Ersilio Sgruntini, arcivescovo emerito del Santo Balotello e Jorge Maria Phoenix, dell’arcidiocesi del Santo Sestu.

Alle dipendenze dei cardinal-manager una serie di diaconi e preti e, andando ancora più giù, chierichetti e pii  baciapile vari, pronti a sbrigare con solerzia le sante pratiche fantacalcistiche, taluni anche per il tramite di penose auto fustigazioni e clamorose debacle tenute in penitente cilicio spinto.

Già si è accennato alla devota benedizione papale a favore dei più poveri e derelitti preti di provincia, Stefano del Ballo e Vincenzo dell’Arcadia Perduta.

Occorre ora dare uno sguardo ad altri poveracci che sfangano ogni domenica la pagnotta spargendo, spesso inutilmente, l’incenso di improbabili formazioni.

Anche se la sua storia lo ha portato a frequentare le più alte sfere clericali, grazie alla intima amicizia con il fuoriuscito monsignor Ugo Mogginkus, oggi per Pueblo Hypatia da Rosario è tempo di noviziato e nell’ultima di campionato si è inchinato a baciare l’anello piscatorio di Mirtillo I.

Si atteggia già a santo, ma in realtà è addetto al chioschetto dell’oratorio di Santa Pisapia del Colle, padre Daniel Isidro che giura di essere lì solo temporaneamente, avendo lui ricevuto la “chiamata” nel corso di un recente ritiro spirituale multilevel.

E’ probabile che la “chiamata” che ha percepito fosse quella della vittoria, alla quale ha deciso, per il momento, di non rispondere.

Pesca invece due monetine dalla cassetta delle offerte della Basilica de Arca Stagnaccio, l’Ecce Ministrante del Palombella che per il momento acquieta la sua coscienza non del tutto candida, dopo le peccaminose perversioni della fase di apertura.

Per finire un cenno doveroso a coloro che con il loro soave canto hanno accompagnato l’elezione di Mirtillo I:  sono le voci bianche della Cappella Amerina che – a dispetto di ogni voto del silenzio – ugoleggiano felici ad ogni piè sospinto del loro fantapontefice.

La loro neutra posizione in classifica rispecchia fedelmente il loro essere: navigando tra “color che son sospesi” rivendicano orgogliosamente  il loro “essere non essere”.

Grazie Jamil, Antonio, Lorenzo, Raffaele, Michele, Filippo ed Andrea: continuate a cantare, ve ne siamo grati e la circostanza ci riempie di sapiente curiosità.

Siete baritoni o falsetti ?

La messa è finita.

BAGABLOB