Ventisettesima puntata: 25 aprile 2013

Onorevole, l’ha Letta ? (e che sia un governo di Liberazione)

Quando, nel 1952, Albert Kesselring fu liberato dopo aver evitato il destino che pochi anni prima era toccato ad altri gerarchi nazisti, dimostrò che il tempo e la maturità non avevano affatto assopito la tracotanza e la sfrontatezza del suo pensiero.

 

Dichiarò, infatti, che gli italiani avrebbero fatto bene a erigergli un monumento per non aver distrutto totalmente l’Italia.

Piero Calamandrei gli rispose con una epigrafe divenuta famosa come la “lapide ad ignominia” che, scolpita sul marmo, fu posata in tanti luoghi simbolo della violenza nazifascista come Sant’Anna di Stazzema.

Ecco le parole di Calamandrei che è giusto ricordare oggi 25 aprile.

“Lo avrai, camerata Kesselring, il monumento che pretendi da noi italiani ma con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio, non colla terra dei cimiteri dove i nostri compagni giovinetti riposano in serenità, non colla neve inviolata delle montagne che per due inverni ti sfidarono, non colla primavera di queste valli che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio dei torturati più duro d'ogni macigno, soltanto con la roccia di questo patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità e non per odio, decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade, se vorrai tornare, ai nostri posti ci ritroverai morti e vivi collo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento che si chiama, ora e sempre, RESISTENZA.”

 

Poche righe, non permeate da rancore ma piuttosto da un profondo richiamo alla dignità ed all’orgoglio nazionale di un popolo che non dimenticava - passati pochi anni dalla fine della grande guerra - gli orrori subìti.

Per certi versi anche un richiamo ad imperitura memoria a non ripetere errori ed orrori del passato perché, non dimentichiamolo, la follia albergò anche sotto la nostra bandiera ed atti di autentica ferocia furono perpetrati, nella storia, anche da italiani.

Ma oggi è il giorno della Liberazione e dobbiamo ricordare, senza ipocriti bilancini sul numero dei morti o delle azioni barbare e vigliacche, quella Liberazione.

Per questo, a costo di apparire retrò o anche retorici, rifacciamoci all’orgoglio di quella epigrafe, alla forza di quelle parole, per non aver paura di farle nostre nella vita di ogni giorno.

Per questo chiediamo all’onorevole Enrico, che oggi è impegnato nelle consultazioni per la costituzione di un governo che egli stesso ha affermato non debba farsi “ad ogni costo”: onorevole, l’ ha Letta ?

BAGABLOB