Quarta puntata: 2 ottobre 2012

Gli eroi siamo noi (amarcord di vecchi piaceri, vissuti minuto per minuto……)

- “Siete dispari, posso giocare ?“.

- “No, guarda il pallone non è il mio e poi levati che manca poco alla fine”.

 Alzi la mano chi non ha mai vissuto questo psicodramma, per i meno dotati solo raramente inframezzato da piccoli/grandi successi che accendevano una luce sulla nostra insofferente adolescenza:

- “Siete dispari, posso giocare ?“.

- “Ok, ma mettiti in mezzo, che ci serve uno che fa filtro a centrocampo”.

Se poi c’era una punizione dal limite e te la facevano tirare, un’aurora luminosissima faceva brillare i giorni a venire e tutto risultava più radioso.

Quanta strada abbiamo fatto e visto, alternando fatue affermazioni con l’amarezza di fallimenti ingigantiti da un’indole ancora acerba.

E come poteva essere bello il ritorno a casa in tempo utile per “il secondo tempo di una partita di serie A”, incollati al Telefunken nella speranza di scoprire magie da ripetere, accompagnati dalle nostre Adidas in pelle di canguro.

E come erano belle le domeniche passate con un orecchio al gracchiare della radio e l’attenzione rivolta tenacemente agli immaginari “pali” della porta avversaria (camice, maglioni, ecc) che, finito di compiere la loro missione, terminavano regolarmente la giornata nella Zoppas a 40 gradi, lavaggio “delicato”, in singolare controtendenza con la robusta incazzatura a 90 gradi che procuravamo in casa.

Nel mercato non erano state ancora immesse le droghe moderne, quelle che ti inebriano la mente con la riproposizione frenetica del gol dopo pochi secondi dalla sua realizzazione.

Al massimo soffrivamo una leggera dipendenza da 90° minuto ma - se non riuscivamo a catturare, in quella occasione, una buona dose di immagini a sostegno di una astinenza di sette giorni – la sera la moviola/metadone di Carlo Sassi era questione di vita o di morte.

Eravamo quelli ed oggi siamo quello che siamo: ipertecnologici e webbizzati, con la puzza sotto il naso e la faccia un po’ schifata se incrociamo qualche recluta imberbe del fantacalcio che ci racconta di fare i conteggi con excel, oppure di ignorare lo scarto pesato del fantamister.

Questione di stile, ma soprattutto di carta di identità: il nostro Vietnam lo abbiamo già fatto giocando a pallone col supertele e steccando il rovescio in una strada senza uscita del nostro quartiere, eretta a Wimbledon personale, col “net” chiamato quando la palla toccava il misero spago sospeso tra due cartelli stradali.

Il welfare di oggi non ci merita, anzi dovremmo essere già in pensione: cosa c’è di più usurante del cercare per anni la figurina di Pizzaballa ?

Gli eroi, dunque, siamo noi.

Ed anche nel calcio siamo spesso costretti a rifugiarci in un passato rudimentale ma magico, per esorcizzare un presente macchiato da scandali e cattivi esempi.

Certo, gli anni ‘80 sono stati anche quelli dei cellulari della polizia in campo e degli arresti eseguiti al 91°, ma l’impressione è che allora tutto fosse permeato, nonostante gli illeciti, da una moralità di fondo, da un’ ”eticità” profusa, in qualche modo,  anche nei comportamenti scorretti, da una decenza di cui oggi non vi è traccia.

Se usassimo la macchina del tempo come un frullatore nel quale abbiamo messo, insieme ai ricordi, il distillato sano del nostro presente costituito dal fantacalcio, sentiremmo il mitico Roberto Bortoluzzi, dallo studio,  dare la linea al campo centrale: Roma per Spartans - Rapid Cometa.

L’inconfondibile voce di Enrico Ameri ci racconterebbe magistralmente la pura cronaca dell’incontro, senza ornamenti superflui, ma con un ritmo appassionante, condito da una splendida impennata vocale quando la capolista passa in vantaggio "con un tiro secco" alla destra di Pegolo.

Il risultato non cambierà e Rapid Cometa resta sola al comando.

Brividi quando irrompe “the voice” Sandro Ciotti da Salerno per Sgrunt – Gianduiotto: non fa cronaca, ci racconta soavemente un evento e noi siamo lì, con lui, fra gli “spalti gremiti”, a godere della “giornata di sole” e della “temperatura apprezzabile”.

Ovviamente “il terreno è in perfette condizioni” ed “arbitra il Signor Agnolin di Bassano del Grappa”.

Memori di un dualismo fra giganti del giornalismo sportivo, non potremmo non notare la perfida interruzione su Roma: “scusa Ameri, sono Ciotti da Salerno: ha pareggiato Gianduiotto con una pregevole azione del suo centromediano metodista”.

Chissà dove sono ora a togliersi la linea a vicenda.

Il caratteristico Nuccio Puleo non può che raccontarci, da Messina, Gattopardi – Petomani.

Interventi asciutti e rigorosamente cronachistici, i suoi. A volte oltre i tempi, ma l’ottimo Bortoluzzi vigila ed al primo passaggio in studio ricorda a tutti la necessità di “interventi più brevi”, se non addirittura “solo minuto e punteggio”.

Il buon Nuccio non si perde d’animo e il suo momento di gloria arriva quando, addirittura, copre la voce di Ciotti in quel momento impegnato a sottolineare la bontà di una discesa del “terzino fluidificante, con cross ben controllato dall’arcigna difesa dell’ undici ospite”: “Gattopardi in vantaggio con Milito, Gattopardi due, Petomani uno”.

Per il bravo giornalista la gloria finisce lì, il risultato non cambierà.

La voce di Andrea Boscione arriva greve e malinconicamente velata da Torino: alla precaria situazione di classifica della squadra di casa, si aggiunge l’oltraggio di una partita senza tifo: Shingotamarri – Mascalzone Latino si gioca a porte chiuse per la sciagurata dimenticanza del patron dei locali.

Il nostro Boscione, seppur valido radiocronista, non aiuta molto alla bisogna di un po’ di vivacità mantenendo un timbro monocorde, forse anche a causa del disagio sofferto nell’assistere alle gesta degli ospiti. Mascalzone Latino passa sopra a ciò che resta di Shingotamarri in un rituale di desolazione rotto opportunamente dalla voce di un altro mito: Alfredo Provenzali.

Il grande Alfredo forse ebbe la sfortuna di aver avuto davanti, per molti anni, dei mostri sacri come Ameri e Ciotti, maggiormente radicati dell’immaginario collettivo, ma ciò non deve far dimenticare che l’essenza stessa di “tutto il calcio minuto per minuto” è proprio lui.

Una vita legata indissolubilmente anche alla sigla-icona della trasmissione radiofonica che ha attraversato trasversalmente diverse generazioni.

Un “signore del giornalismo” che suo malgrado dovette – con voce rotta dall’amarezza, stavolta da studio nelle vesti di conduttore – ricordare, nella puntata d’esordio di quella stagione, le nefandezze di calciopoli 2006 che turbarono la sua coscienza e quella di tanti uomini di sport onesti.

Piace ricordare Provenzali perché raffigura, probabilmente come nessun altro, la bellezza, la passione e l’amore per un gioco stupendo (e di conseguenza per il suo “fanta”).

Uomo speciale, partita gustosa: da lassù Provenzali ci ha idealmente raccontato 9 il Bove – San Isidro Futbol: “ricordo, per chi si mettesse all’ascolto solo ora, il risultato finale: 9 il Bove uno San Isidro Futbol zero. Signore e signori grazie per l’attenzione, il mio compito finisce, a voi studio”.

Chissà se nella sua vita avrà mai sentito parlare del fantacalcio.

E chi poteva interrompere Provenzali se non una voce lontana e pastosa che cerca di sovramodulare l’infernale frastuono che l’accompagna ?

“Scusa Provenzali, sono Luzzi dal Coliseum: Phoenix è passata in vantaggio con un gol del suo bomber, dopo un’azione tambureggiante che ha irretito la retroguardia avversaria. Quindi la nuova situazione è la seguente: Phoenix uno, Scugnizzi zero. Linea a chi stava parlando…..”.

Anche il grande Luzzi ha lasciato per un pò l’abituale pascolo della serie B e ci ha fatto l’onore di commentare una nostra partita.

E “stava parlando” il romano Claudio Ferretti che commenta per noi, da Testaccio, AEB – Pueblo Unido.

Presenza inizialmente un po’ imbarazzata per il bravo cronista: si teme che la sua conclamata fede laziale possa stridere con il corredo strettamente lupacchiotto del Palombella Rossa.

Nulla da temere: con grande professionalità ci racconta con equi slanci le (poche) azioni delle due squadre.

Ferretti esce dalla postazione commento tra gli applausi, nonostante la sua prestigiosa presenza non abbia portato favori alla compagine di casa: finisce zero a zero.

Ad Everardo Dalla Noce il compito di raccontare l’uscita di strada del Real Martina, finito inesorabilmente contro il Muro dei Titani.

Everardo - che ha commentato  una ben più tragica sbandata, quella di Lauda nel circuito del  Nürburgring - regala alla Lega Amara una cronaca appassionata e coinvolgente della nostra partita, adempiendo al suo compito con la stessa intensità e vigoria profuse in quel triste giorno del 1976.

Egli passerà dal calcio all’economia ed alla borsa e lo farà con competenza, parlando il linguaggio della semplicità: ci ha raccontato così il balzo in avanti delle azioni Immortalis ed il ribasso di quelle del Real Martina. Finale: due a zero.

L’amarcord si chiude con la voce di Roberto Bortoluzzi che snocciola risultati e classifica, come sempre senza tentennamenti ed imprecisioni e chiude come di consueto: “gentili ascoltatori, grazie per averci seguito. Buonasera”.

Di fronte ad una simile passarella di campioni Bagablob non può fare altro che ricordare umilmente i risultati del Trofeo Roma: Gattopardi, Immortalis, Petomani e Real Martina hanno battuto rispettivamente 9 il Bove, San Isidro Futbol, Scugnizzi e Spartans.

A te Ameri.

BAGABLOB